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un difficile passaggio



La sveglia suonò alla stessa ora come tutte le mattine e, con prepotenza, entrò nei suoi soliti incubi. La donna si alzò dal letto e, camminando tra i vestiti sparsi sul pavimento, raggiunse il bagno, nella speranza che una doccia calda potesse cancellare la notte trascorsa tra presenze sospette, e rumori che le toglievano il fiato.
Guardandosi le braccia si accorse che i tagli, frutto di un’ennesima crisi violenta della sera prima, non sanguinavano più, e un sospiro di sollievo appannò lo specchio davanti a lei.
“La solita doccia, la solita colazione e la solita giornata”sussurrò, mentre tutto intorno veniva avvolto da caldo vapore.
Anna uscì dall’appartamento, chiudendo la porta dietro le spalle, e imprigionando dentro le mura tutti i fantasmi amici di sempre.
- Il dottor Villani ha ragione quando sostiene che devo scaricare la rabbia praticando sport, o dedicandomi a qualche passatempo manuale; già, ma come trovare il tempo? - pensò mentre aspettava l’ascensore.
Uscendo dal portone vide la signora Stefani, che lentamente si avvicinava a lei.
Non sopportava quella vecchia, tanto saccente e antipatica; la considerava una pessima vicina di casa, soprattutto da quando possedeva quel cane così ringhioso.
Mentre fissava la sua nemica avvicinarsi sempre più, Anna ebbe un sussulto, seguito da un forte giramento di testa. La vista si annebbiò, lasciando un velo davanti agli occhi, che sembrava separare la realtà da una proiezione mentale.
Un leggero spostamento d’aria le sfiorò l’orecchio, e una voce roca e profonda le sussurrò:
”Quando l'aurora si tinge di rosa,
il mondo rinasce e non si riposa.
Quando il tramonto scende ed oscura,
la morte ritorna e ti fa più paura”
Gli occhi di Anna si spalancarono in uno sguardo pieno di paura, tanto da asciugarsi


 
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Giorgia Chiarelli